La creatività come competenza essenziale: lezioni dal Creative Learning Festival

Ricercatori, inventori e designer raccontano perché immaginazione, sperimentazione ed errore guidano l’apprendimento fin dall’infanzia

L’Istituto Pantheon ha partecipato al Creative Learning Festival al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano, un evento che ha riunito ricercatori, inventori e designer attorno a un tema cruciale: la creatività come pratica educativa quotidiana.

Durante la conferenza “La creatività nella visione di ricercatori, inventori e designer”, prospettive differenti si sono intrecciate in una visione comune: la creatività non è un talento sporadico, ma una competenza che si coltiva fin dall’infanzia, attraverso contesti che incoraggiano curiosità, rischio progettato e immaginazione.


CINQUE COSE PERICOLOSE CHE OGNI SCUOLA DOVREBBE MISURARE —

L’educatore e scrittore Gever Tulley, insieme a Luigi Anzivino dell’Exploratorium di San Francisco, ha lanciato una provocazione utile alle scuole: cosa perdiamo quando cerchiamo di eliminare il rischio?

Distinguendo tre tipologie di studenti — apatici, intermedi e “geni” — i due relatori hanno indicato la “fascia di mezzo” come la più trasformabile. È qui che l’educazione può attivare motivazione e creatività attraverso esperienze concrete e sfide “pericolose” ma formative: il coraggio di provare, la capacità di fallire e riprovare, l’autonomia, la collaborazione e l’immaginazione applicata.


DEAD OR BAD: ESPLORARE L’INGEGNERIA CREATIVA 

L’ingegnere e inventore Tim Hunkin ha presentato un’installazione provocatoria: una manovella aziona un fornetto che scalda un’anziana, ma ogni giro aumenta l’inquinamento globale. “Bad or Death”: salvare la persona contribuendo al danno ambientale, o non agire per ridurre l’impatto?

Un’esperienza che rende tangibili i trade-off dell’innovazione e invita l’ingegneria a integrare responsabilità progettuale e consapevolezza sociale.


VERDE (E UN PO’ DI VIOLA): UNA VISIONE CREATIVA PER LE STEM

La docente Heather King del King’s College London ha mostrato come l’immaginazione possa diventare metodo per le discipline STEM. “Verde e un po’ di viola” è la sua metafora per colorare l’apprendimento: narrazione, scenari ipotetici, giochi di ruolo e pensiero visuale aiutano i bambini a porre domande e generare ipotesi—le basi del pensiero scientifico.

Un invito a rendere le STEM più creative, inclusive e narrative, senza sacrificare il rigore.


EPPUR SI CREA! L’ESTETICO, L’ESTETICA E IL PROCESSO DI  ARTIFICATION COME DISTINZIONE UMANA

Il professor Ugo Morelli (Università Federico II di Napoli) ha intrecciato neuroscienze e processo creativo, presentando i neuroni specchio come chiave per empatia, imitazione e apprendimento sociale.

La artification — integrare il fare artistico nelle pratiche quotidiane — diventa così terreno fertile per la creatività, perché unisce esperienza estetica, corpo, relazione e progetto.

In anteprima, Morelli ha presentato il nuovo libro scritto con Vittorio Gallese, “Umani: Come, perché, da quanto tempo e fino a quando?”, che esplora l’essere umano come specie creativa.


Perché tutto questo riguarda la scuola?

La creatività si allena: richiede tempo, contesti e strumenti di valutazione oltre il voto.

Il rischio è parte dell’apprendimento: protetto, progettato, riflesso—ma reale.

Le STEM hanno bisogno di immaginazione: il “viola” rende il pensiero scientifico generativo.

La neuroscienza conferma il valore dell’esperienza estetica: creare è un atto cognitivo, corporeo e sociale.

La direzione è chiara: formare menti capaci di coniugare etica, immaginazione e sperimentazione significa preparare cittadini in grado di affrontare dilemmi complessi e inventare soluzioni responsabili.

È lo stesso percorso che l’Istituto Pantheon promuove ogni giorno, valorizzando l’interdisciplinarità e il fare progettuale come linguaggio comune tra arte, design, scienza e tecnologia.

Carlo Marzullo